Il Gruppo di S. Vittore O. alla celebrazione al Santuario del Beato don Gnocchi
Il 2 aprile la Lombardia ha celebrato la “Giornata regionale della riconoscenza per la solidarietà e il sacrificio degli Alpini”, istituita simbolicamente nel giorno in cui è iniziata la realizzazione dell’Ospedale in Fiera a Bergamo per far fronte all’emergenza Coronavirus. In quest’ambito la sezione di Como e quella di Bergamo hanno promosso la celebrazione della Santa Messa al Santuario del Beato don Gnocchi presso l’omonima Fondazione a Milano e la presentazione di una sua reliquia che sarà portata al tempio di Cargnacco in occasione dell’Adunata Nazionale degli Alpini in programma a Udine dall’11 al 14 Maggio. Alla celebrazione era presente anche il vessillo della Sezione di Milano e il gagliardetto con una delegazione del Gruppo di S. Vittore Olona. Semplice e partecipata la celebrazione del Rettore della Fondazione che in occasione della domenica delle Palme ha ricordato anche la figura di don Carlo Gnocchi. Successivamente è stata benedetta la reliquia che verrà portata a tappe a Cargnacco da circa trenta camminatori assistiti dai Gruppi Alpini delle varie sedi attraversate dal percorso. La partenza avverrà sabato 6 maggio per arrivare a Cargnacco venerdì 12 maggio.
Il tempio di Cargnacco
Il tempio è stato costruito da mons. Carlo Caneva, che è stato Cappellano militare in Russia durante la seconda guerra mondiale, per ricordare gli oltre novantamila caduti e dispersi in Russia. Rientrato in patria don Caneva fu assegnato alla parrocchia di Cargnacco, e cominciò a raccogliere i fondi per realizzare il tempio adiacente. La prima pietra fu posta il 9 ottobre1949 e i lavori si conclusero con la consacrazione l’11 settembre 1955. La piazza antistante è contornata da dodici cippi lapidei che ricordano le divisioni e i reparti del corpo di spedizione italiana che operò nel 1942/43 nella zona del Don e da quattordici piloni portabandiera; al centro c’è una grande asta portabandiera che riprende alla base lo schieramento dell’Armir sul fiume Don. Il Tempio, immerso nel silenzio della campagna nel comune di Pozzuolo del Friuli, coinvolge immediatamente in quello che questo luogo ricco di storia rappresenta: il sacrificio, le sofferenze, il dolore e l’assurdità della guerra, una storia però che purtroppo non ha insegnato nulla all’uomo. Nell’ampia cripta sottostante l’abside è ospitato l’ossario dove , dopo la caduta del muro di Berlino, è stato possibile seppellire numerosi caduti ancora sepolti in cimiteri di guerra sul Don. A oggi il Commissariato per le Onoranze ai Caduti ha tumulato oltre 8 mila salme tra ignoti e caduti identificati mentre più di tremila sono state restituite su richiesta alle famiglie. Nel vano circolare è posizionata l’arca sepolcrale del Milite Ignoto dell’Armir, il primo caduto rientrato in Patria nel 1990. I nomi degli oltre novantamila soldati che non fecero più rientro dalla campagna di Russia, sono riportati nei ventiquattro volumi sorretti solennemente dai leggii posti nell’aula dominata dalla scritta “Ci resta il nome”. A lato del tempio un museo della Ritirata di Russia con tanti reperti appartenuti a chi è riuscito a tornare a baita.
Enrico
Nota: ringrazio l’amico Roberto Novati, Capo Gruppo di Capiago I. - Senna C. della Sezione di Como per le notizie riguardanti Cargnacco riportate sul bel periodico della Sezione “Baradèll”